
Parlando di disboscamento, la mente corre alla foresta amazzonica, che a forza di rubare terreno per coltivare soia, o per il naturale allargamento della città di Manaus, definita il cancro della foresta, rappresentano valori rilevanti per il calo d’ossigeno immesso nell’atmosfera.
Invece nulla di tutto questo viene tenuto in considerazione dai nostri contadini, che quando raggiungono una certa età e non sono più in grado d’accudire alle poche piante rimaste, preferiscono abbatterle.
Ciò che voglio evidenziare è l’assurdità di vivere in campagna e non avere nemmeno una pianta intorno a casa più vecchia di te. Avere almeno cinque o sei piante di frutta stagionale, da cui raccogliere quello che viene senza usare fitofarmaci, diserbanti, sarebbe sufficiente, invece, scopro che fino all’ultimo la vecchia cultura contadina esprime la sua cecità.
Però debbo dirvi che voler estirpare le erbacce senza usare veleni, è faticoso, però se hai delle piante con un’ampia chioma che fa ombra, l’erbaccia non cresce.
La foresta dell’Amazzonia non può dipendere unicamente dai paesi che ne possiedono una parte, il solo Brasile ne ha più del 50%. È il polmone della Terra e le aree protette sono così scarse da consentire la distruzione pressoché totale della foresta.
Ricordiamo che la Russia ha un’estensione forestale più grande dell’Amazzonia intera e cosa diremo quando i russi vorranno sfruttarla?
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